I brutali attacchi aerei e le criminali operazioni terrestri devono essere sospesi senza dilazione, e la disapprovazione delle nazioni del mondo deve farsi sentire non soltanto contro lo Stato sionista, ma anche contro i governi che, come quello statunitense e quello colombiano, li avallano e giustificano. Tali infamie devono cessare, ponendo fine all’aggressione, all’occupazione, agli assassinii ed alla mattanza in generale scatenati sul territorio palestinese.
Le FARC-EP respingono e condannano la politica generalizzata di terrore contro il popolo palestinese, ed in particolar modo la decisione e la pratica del governo di Benjamin Netanyahu che ha portato avanti ed aggravato l’espulsione di palestinesi dal loro territorio ancestrale, a partire dalla pretesa di obbligarli ad un riconoscimento forzato di uno Stato giudaico.
Oltre alla perversa occupazione ed al saccheggio dei territori al livello attuale, è evidente che stabilire una cornice politica legale sottomessa alle decisioni di uno Stato giudaico, mira ad istaurare una cornice politica legale funzionale alla purga etnica e religiosa, nonché alla definitiva espulsione ed all’annientamento mediante il blocco, la fame, le incarcerazioni, gli omicidi selettivi o di massa, la tortura e l’infiltrazione di estremisti che offrano giustificazioni per intraprendere ulteriori rappresaglie, occupare ed ammazzare.
Il sionismo dominante in Israele deve interrompere i suoi crimini di lesa umanità contro Gaza, ed il potere e l’influenza sionisti negli Stati Uniti devono smettere di appoggiare gli atti criminali che dissanguano la Palestina, veri e propri crinimi di guerra che meritano la condanna internazionale. La risposta palestinese è una giustificata e legittima reazione di difesa e sopravvivenza.
Chiamiamo la coscienza democratica dei popoli del mondo a ripudiare e condannare l’attuale aggressione e i crimini permanenti che ha sofferto questo popolo eroico, e ad esigere la ritirata dell’esercito di occupazione israeliano, la liberazione dei prigionieri politici, l’abbattimento dei muri di segregazione, la sospensione del blocco, lo stop agli insediamenti ed alla colonizzazione che viola le frontiere pattuite nel 1967 e l’annullamento delle esercitazioni militari intimidatorie; al contempo, si deve favorire e garantire il ritorno dei rifugiati palestinesi alle loro case.
Viva la resistenza del popolo palestinese!
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