Il Centro vuole essere un luogo d'iniziativa politico-culturale in cui possano incontrarsi differenti esperienze politiche, sociali, sindacali, culturali, collocate su un piano di critica anti-capitalista dell'esistente.
Un luogo in cui lavoratori, giovani, donne, precari, immigrati possano sperimentare forme di collaborazione su un terreno antifascista e antimperialista, contro la guerra, contro lo sfruttamento capitalistico del lavoro, per la solidarietà con la lotta dei popoli.
Bertolt Brecht
"... sono coloro che non riflettono, a non dubitare mai non credono ai fatti, credono solo a se stessi..."
AREAGLOBALE
Il Blog del CCD Brecht ospita i contributi di Areaglobale Ne pas se raconter des histoires Movimento Politico
venerdì 12 novembre 2010
Decine di morti alla MARLANE di Praia a mare MARZOTTO ALLA SBARRA
Decine e decine di operai morti, 15 anni di ritardi e rinvii, ma alla fine il processo alla Marzotto per le lavorazioni nocive alla Marlane di Praia a Mare va avanti. Nel silenzio assordante dei media, con la complicità di sindacati e istituzioni compiacenti, Marzotto tenta, grazie al suo collegio di avvocati-politici di sinistra-centro-destra, di farla franca.
Dalla parte dei lavoratori solo la solidarietà e la lotta degli altri lavoratori
La notizia tanto attesa è infine arrivata: nonostante i cavilli, i rinvii, i tentativi di far saltare il processo… tutti gli imputati per la strage di operai alla Marlane-Marzotto (ivi compreso il “conte”) sarebbero stati rinviati a giudizio.. Adesso la battaglia entra in una fase ancora più decisiva. Se in questi anni la lotta era stata quella per arrivare al processo e impedire il tentativo di insabbiamento, ora diventa quella per sollevare attorno a questo processo il massimo dell’attenzione da parte dei lavoratori cercando di bucare quel velo di omertà che è stato fatto calare su tutta la storia dell’assassinio di decine di lavoratori allo stabilimento calabrese della Marlane-Marzotto.
La Marzotto, che da queste parti è stata per molto tempo l’azienda buona che “dava lavoro al popolo” e che costruiva il “villaggio sociale” per gli operai (naturalmente, dopo averne spremuto il sangue in fabbrica) aveva tentato in tutti i modi di non far svolgere il processo, assoldando una cricca di avvocati-politici senza scrupoli che coprivano tutto lo spettro politico, dalla destra (Nicolò Ghedini, parlamentare PDL) al centro (Guido Calvi, parlamentare PD) alla sinistra (Giuliano Pisapia, già parlamentare PRC). Scandaloso, in particolare, il patrocinio di Giuliano Pisapia che per soldi e fama è stato capace di accettare di difendere assassini di lavoratori, senza preoccuparsi minimamente della loro memoria, delle loro famiglie, del diritto di tutti i lavoratori alla sicurezza e alla salute nei luoghi di lavoro. Ora si presenta - come “cavallo” della sinistra - alle primarie per scegliere il candidato alla corsa di Sindaco di Milano.
Gli operai della Marzotto di oggi non sono – anagraficamente – quelli che il 9 aprile 1968 dettero vita ad una vera e propria battaglia cittadina che condusse all’arresto di oltre 40 manifestanti e soprattutto all’abbattimento della statua del Conte Marzotto, uno degli eventi del “’68”. Quell’abbattimento fu l’atto simbolico che segnò la discontinuità tra due epoche capitalistiche e fu anche il “parricidio” verso la fabbrica-società che permeava tutti i rapporti sociali, dentro e fuori la fabbrica, senza lasciare alcuno spazio alle donne e gli uomini ridotti a pura “creta” nelle mani del “paròn”.
Schierandoci, partecipando alla battaglia a fianco delle vittime di Marzotto possiamo dimostrare, ora come allora che siamo lavoratori con un nostro cervello, che non siamo il gregge del buon pastore Marzotto, che siamo capaci di comprendere che se sgobbare per arricchire qualcun altro dobbiamo considerarlo un privilegio allora viviamo davvero in una società da distruggere.
Marzotto sperava e spera di farla franca. Noi siamo qui, in quello che resta del centro del suo impero (ormai delocalizzato in altre parti d’Italia e d’Europa) per dire a tutti i lavoratori che Marzotto non è un benefattore, ma uno che ha sfruttato migliaia di operai e ha provocato la morte di decine e decine di loro a causa di produzioni nocive. Quando arriverà festeggeremo la sua condanna ma sapendo che anche dopo di essa lui continuerà ad essere “paròn” e gli operai a morire e sgobbare.
Nessua condanna ripagherà la vita dei tanti lavoratori morti e ammalati, nessuna condanna cambierà la situazione di sfruttamento e di ricatto nei posti di lavoro. Altri lavoratori moriranno ogni giorno, ogni mese, ogni anno. Altri Marzotto verranno processati (anzi, nella maggior parte dei casi, non verranno neppure processati).
Non è nei tribunali dei padroni che i lavoratori possono avere giustizia. Ma oggi i lavoratori sono in difficoltà e ogni risultato è importante per riprendere fiducia, per ricominciare a lottare e soprattutto per ricominciare a pensare un nuovo modo di vivere: da lavoratori, ma non da sfruttati.
Lenin: "Maggiore è la profondità del cambiamento che vogliamo apportare, maggiore deve essere l'interesse che dobbiamo far crescere attorno ad esso" Con le radici ben salde nella verità storica e nei processi che l'hanno portata a compiersi, guardiamo verso un futuro che possa trovare una strada, in grado di unire e dare una nuova consapevolezza politica e di classe per trovare un'alternativa al sistema esistente che si nutre delle sue leggi capitaliste, verso ciò che ancora non esiste. Areaglobale
INCONTRO CON JAMES PETRAS
Milano 12 ottobre 2014 ore 17.30
Diren! Kazova-DIH
Video sulla fabbrica occupata e autogestita turca
CAMPAGNA INTERNAZIONALE A SOSTEGNO DEI LAVORATORI TURCHI DELLA KAZOVA
Tappa di Pietrasanta (LU) 17.09.14 h 21
Bahar Kimyongür è libero
Radiation définitive du militant belgo-turc Bahar Kimyongür des fichiers d’Interpol. Bahar cancellato dagli schedari interpol. E' finito questo incubo. La lotta continua. Grazie a tutti e tutte.
Avvio corsi di lingua italiana per lavoratori immigrati e cena latinoamericana
Centro Culturale Pablo Neruda via Stradella, 57/d Ronchi di Marina di Massa
Colombia - Dialoghi di pace: la soluzione politica è vicina?
Chi è colpevole del massacro di Soma in Turchia? Cronaca di una morte annunciata
dal sito clashcityworkers.org
Cosa sta succedendo in Turchia e cosa c’entra con noi. Un’analisi e alcune considerazioni
dal sito clashcityworkers.org
Archivio blog
"Dove sono i nostri. Lavoro, classe e movimenti nell'Italia della crisi"
presentazione libro di Clash City Workers
Primo Maggio 2014
Giornata Internazionale dei Lavoratori
25 Aprile - Ora e sempre Resistenza
sabato 8 marzo dalle ore 15
8 marzo - Giornata Internazionale della Donna
Simposio Internazionale di Istanbul - Symposium of the peoples union against the imperialist aggres
Istanbul, Aprile 2014
Carnets de Syrie
Alcuni giorni fa abbiamo conosciuto l'amica Anastasia Popova.
Anastasia Popova è una giornalista russa. Ha diretto il documentario che pubblichiamo. Nella sua attività in Siria fu ferita dai cosiddetti ribelli.
E' stata una degli otto portabandiera della Russia nella cerimonia di apertura dei giochi olimpici invernali del 2014. Ad Anastasia la nostra stima ed ammirazione. AG
La rivoluzione delle donne. Reloaded.
testi di Aleksandra Kollontaj, lettere dal carcere di Petra Krause e Heidi Peutsch, ricordi di Teresa Noce, poesie di Assata Shakur, fotografie di Tina Modotti (copie dell'opuscolo saranno disponibili ai Centri durante la giornata dell'8 marzo)
Con te "Strasio" fino alla vittoria
Orazio è morto questa mattina. Sicuramente molti di voi non lo conoscevano e non ne avevano probabilmente mai sentito parlare. Un compagno che dalla metà degli anni settanta fino alla metà degli anni ottanta è stato il punto di riferimento organizzativo-rivoluzionario per la zona di Bassano del Grappa. Non c'era momento di lotta non solo nel bassanese, ma in tutto il vicentino, e ovviamente anche oltre, che non vedesse il compagno presente attivamente con le mansioni e i ruoli che i compagni rivoluzionari a lui affidavano. Ruoli e compiti che Orazio ha sempre portato a compimento mettendoci anche il suo bagaglio politico, umano, e spesso e volentieri mettendo la sua persona come una forma di esempio e di dedizione non comuni in certi momenti difficili e tragici, come quello dell'immediato post 11 aprile 1979. Un compagno che ha contribuito in maniera decisiva alla crescita del movimento rivoluzionario, e non è un modo di dire o retorica, è semplicemente la realtà. Come è anche reale il suo distacco dall'attività politica degli ultimi anni dove però, a differenza di molti altri, ha mantenuto un comportamento di vita, un atteggiamento, nei confronti dei compagni che continuavano il loro impegno politico, di rispetto e di solidarietà. Un comportamento che lui si è scelto, mantenendo un voluto distacco dall'odiato mondo capitalista. Stamattina presto, prima di lasciarci ha anche abbozzato un sorriso. Non c'era nessun dubbio, eri unico, ridevi anche quando eri incazzato nero. Hai vissuto la tua vita come volevi e di questo ne siamo molto orgogliosi. Non sappiamo se e quando il pugno chiuso e potente della forza comunista affonderà nel ventre dell'infame e odiato sistema capitalista, ma sappiamo di sicuro che la forza di quel pugno sarà un insieme collettivo di forze costruito negli anni, dove anche il tuo contributo sarà stato determinante. Per questo un grande grazie da parte di tutti, e un nostro personalissimo "ciao Strasio"... essere stati per molti anni fianco a fianco è stato costruttivo, impegnativo, emozionante, triste, ......è stata la vita, la nostra vita. Molti hanno pensato e pensano che la vita l'abbiamo buttata, non c'è problema, noi sappiamo che abbiamo buttato altro, purtroppo qualcosa ancora di troppo piccolo, ma l'opera verrà completata e su questo non abbiamo mai avuto dubbi. Ciao "Strasio" un grosso e forte abbraccio e sappiamo che come noi sentiamo il tuo, tu stai già sentendo il nostro..
Le compagne e i compagni del Centro Culturale e di documentazione Bertolt Brecht
Il Centro Culturale e di documentazione Bertolt Brecht ospita la Redazione veneta di PRIMOMAGGIO - foglio per il collegamento tra lavoratori, precari e disoccupati - (primomaggio.veneto@alice.it) e del CSPAAAL ossia comitato di solidarietà con i popoli dell'Asia dell'Africa e dell'America latina(cspaaal@gmail.com)Inoltre è anche un punto di informazione sul Paese Basco e sulle attività di solidarietà con Euskal Herria:“Euskal Herriaren Lagunak / Amici e Amiche del Paese Basco”(ehl.altovicentino@alice.it). Invitiamo chiunque sia interessato a prendere contatti con il Centro Culturale e di Documentazione Bertolt Brecht".
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