Bertolt Brecht

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venerdì 1 agosto 2014

[Areaglobale] Alcune considerazioni sulla CGIL

Se gettiamo uno sguardo al panorama che ci offre oggi la CGIL, vediamo qualcosa di desolante, un cumulo di macerie in cui è stato volutamente ridotto il più grande sindacato italiano, una serie di rovine su cui domina incontrastato un gruppo dirigente che governa la CGIL con il pugno di ferro e metodi antidemocratici, gli stessi che poi riserva a quei soggetti, i lavoratori tanto per intenderci, di cui dovrebbe difendere gli interessi; un gruppo dirigente che ha normalizzato la confederazione omologandola definitivamente e ufficialmente ai modelli di CISL e UIL, eliminando di fatto ogni opposizione interna e relegando la corrente de Il sindacato è un’altra cosa ad un ruolo marginale,  ad un qualcosa che non solo non ha alcuna voce in capitolo né tanto meno ruoli specifici all’interno delle dinamiche decisionali o qualsiasi proiezione esterna efficace e rappresentativa.

Per la buona pace dei militanti di questa corrente, l’attuale gruppo dirigente della CGIL, raccolto attorno alla Segretaria Generale Susanna Camusso, è tutto meno che in crisi anzi, al contrario ha perfettamente chiaro il progetto che vuole sviluppare e portare avanti, le mete che si è prefisso di raggiungere ed i metodi per farlo. Soprattutto ha chiaro cosa dovrà essere la nuova CGIL e quale dovrà essere il suo ruolo post congresso di Rimini.

In realtà a noi pare che ad essere in crisi e pienamente disorientati siano i dirigenti de Il sindacato è un’altra cosa i quali sembra non riescano ad andare oltre l’approvazione di proclami ed ordini del giorno nei quali si limitano ad elencare una serie di problemi che sono ovvi e sotto gli occhi di tutti, senza dare un indirizzo preciso, qualche indicazione di lotta contro la direzione confederale e contro ciò che si sta scatenando, da decenni ormai, sulle teste dei lavoratori e non solo.

Per questo a noi pare chiaro che il piano di Susanna Camusso - ossia la normalizzazione della CGIL e l’azzeramento e disarticolazione di ogni forma di dissenso interno - siano operazioni pienamente riuscite, grazie anche al determinante contributo portato dal Segretario generale della FIOM, Maurizio Landini. Come abbiamo più volte osservato, questo signore, che non possiamo chiamare compagno, dopo aver latrato alla luna per settimane e mesi, durante la fase precongressuale, quanto Susanna Camusso fosse brutta, sporca e cattiva e quanto truffaldina e antidemocratica la sua gestione della CGIL, è scomparso dalla faccia della galassia.

Proprio lui che con le sue dichiarazioni bellicose e al vetriolo e le prese di posizione che facevano sottintendere una ferrea volontà di lotta e di porsi come punto di riferimento alternativo alla Camusso (senza per altro mai smentire il proprio appoggio alla segretaria generale) riuscendo a coagulare attorno a sé un forte consenso e grandi speranze, per poi rientrare nei ranghi e portare con sé tutto quel consenso e quelle speranze che potevano diventare un importante fattore di dissenso nei confronti del gruppo dirigente confederale.
Queste cose noi le avevamo già anticipate in tempi non sospetti e l’evoluzione della situazione ci ha dato ragione, una ragione che avremmo preferito non avere perché è solo foriera di nuovi problemi per i lavoratori tutti, non solo per quelli della FIOM, a conclusione di un’operazione che ci pare essere di tipo false flag, condotta da Maurizio Landini e appositamente concordata con la segretaria generale, per annientare il dissenso interno e lasciare fuori quella parte di opposizione meno pericolosa e minoritaria come appunto si sta dimostrando Il sindacato è un’altra cosa.

Cosa ha fatto in pratica Maurizio Landini? Prima ha soffiato sul fuoco della critica, portando al calor bianco le frange del dissenso interno, per prenderne la direzione, far consumare questa energia conflittuale nel dibattito precongressuale e giungere al congresso con i carboni raffreddati, per poi chiudere la partita versandovi sopra l’acqua gelida dell’omologazione alla segreteria generale, nel nome dell’unità della confederazione. Questo è stato il processo di normalizzazione che ha permesso a Susanna Camusso di riuscire nel suo intento. Altro che crisi di leadership!

Chi è rimasto a piedi, sono invece i militanti de Il sindacato è un’altra cosa che non hanno una leadership lucida, autorevole e con le idee chiare sul che fare, politicamente credibile e capace di far valere le loro ragioni, al di là di militanti di base che sono attivi in vertenze locali, ma tutto sommato isolati dal loro contesto nazionale, in cui contano meno di zero.

E ora la CGIL è più forte di prima. Il gruppo dirigente nazionale è coeso e compatto sulla linea da seguire, guidato da una segretaria generale che ha dimostrato di possedere l’autorevolezza ed il polso necessari per avviare e realizzare un processo di reinserimento ed integrazione della confederazione nel nuovo meccanismo di relazioni industriali inaugurato con l’AI del 23 gennaio 2009 e compiuto con l’infame AI del 10 gennaio 2014, dando un chiaro segno di discontinuità con la vecchia CGIL concertativa, abbandonando pratiche e posizioni opportunisticamente antipadronali (come per esempio fu la mancata firma dell’AI del 2009 con Epifani segretario generale, non tanto perché l’allora gruppo dirigente non fosse d’accordo con quella firma, ma per evitare spaccature drammatiche con una FIOM schierata su posizioni di netto rifiuto di quell’accordo che aprì la stagione dei cosiddetti accordi separati).

Oggi ogni indugio è stato rotto, chiarezza è stata fatta e con grande coerenza. Susanna Camusso ha definitivamente ormeggiato la sua nave accanto a quella dei padroni e di CISL e UIL, comportandosi come gli scafisti infami che portano gli immigrati sulle nostre coste gettando molti di loro in mare.
Solo che lei a mare ci ha gettato i lavoratori, e con loro pure i precari, i disoccupati e i pensionati.

Questa è la realtà, e non una nostra visione distorta di essa e siamo certi che quando l’opposizione interna alla CGIL si sveglierà…sarà ancora una volta in ritardo, come sempre, purtroppo…


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