Alcune considerazioni sulla situazione attuale
Uno degli strumenti più efficaci per raggiungere l’obiettivo è il cosiddetto TTIP o Transatlantic Trade and Investment Partnership, ossia un accordo per la creazione di una zona di libero scambio, la più grande del mondo, tra Stati Uniti ed Unione Europea. Le trattative relative a questo accordo sono condotte a porte chiuse da esperti del Ministero del Commercio statunitense e della Commissione Europea.
Un’attività carbonara il cui obiettivo reale è quello di trasferire un potere praticamente illimitato nelle mani delle multinazionali attraverso un trattato che è onnicomprensivo e colpisce tutti, ma proprio tutti, i settori economici (estendendosi anche al sociale) su cui ancora il grande capitale non era ancora riuscito a mettere le mani.
Una trattativa segreta condotta ad insaputa del Congresso e del Parlamento Europeo, in una logica e con un modus operandi che non ci sorprende perché accordi simili sono già stati firmati in passato, e ci riferiamo al NAFTA tra Usa, Canada e Messico e al TTP che coinvolge dodici paesi asiatici.
Lo strumento attraverso il quale il grande capitale vuole ottenere il raggiungimento dei suoi scopi, viene chiamato armonizzazione, ossia l’adeguamento delle leggi e dei regolamenti, in ogni campo e settore, naturalmente al ribasso per permettere la massima libertà di commercio, con danni gravissimi per i lavoratori ed i consumatori.
È per questo che le trattative avvengono a porte chiuse, perché non si deve conoscere il contenuto dell’accordo, quindi la sua reale portata ed il suo impatto sui sistemi politici, economici e sociali del mondo, per evitare che vengano nuovamente organizzate grandi manifestazioni di protesta che "costringano" i promotori ad abbandonare questo progetto criminale, come già successo nel 1997 a proposito di un accordo similare chiamato MAI.
E questa è solo una parte di un disegno globale che ha il fine di riposizionare i governi dei vari paesi del mondo sulla linea di partenza per una nuova corsa ai profitti da parte del capitalismo internazionale. Ed ecco allora che in Italia, seguendo questa politica di riallineamento, continua il lungo e costante processo di demolizione dello stato sociale attraverso misure che colpiscono direttamente ed indirettamente i lavoratori, i loro diritti ed il potere di acquisto dei salari.
Un esempio tipico è lo smantellamento del Sistema Sanitario Nazionale - conquista ottenuta dopo lunghe e faticose lotte dei lavoratori - per costringere i pazienti a rivolgersi alla sanità privata, giudicata più efficiente solo perché vengono ridotti i mezzi finanziari e le attrezzature a quella pubblica rendendola ancora più inefficiente e per costringere a pagare presso gli studi privati.
Tutto questo lavoro è molto complesso e non può essere terminato nel breve periodo, perché i vari governi devono preparare i lavoratori e l’opinione pubblica dei rispettivi paesi, per far sì che possano digerire misure draconiane e impopolari nel modo meno indolore possibile, onde evitare conflitti che potrebbero metterle in discussione e quindi mettere a rischio i futuri profitti sperati.
Perché fare le riforme strutturali richieste dagli organismi internazionali non è cosa facile e dobbiamo essere chiari su una cosa: quando tali organismi ci richiedono riforme strutturali per la crescita e l’occupazione, bisogna stare molto attenti all’interpretazione che si danno a questi concetti. Secondo il nostro punto di vista vanno letti in questo modo: riforme strutturali ai danni dei lavoratori, per garantire una crescita che sarà solo dei profitti dei padroni, resa possibile grazie alla creazione di nuova occupazione, costituita da manodopera che dovrà lavorare a ritmi più veloci e disciplinata in un’organizzazione del lavoro che permetterà una maggiore produttività, quindi maggiore sfruttamento e salari più bassi.
In Italia, negli ultimi decenni, governi di diverso colore (centrosinistri o centrodestri), hanno attuato politiche aggressive nei confronti dei diritti de lavoratori, che ne sono stati espropriati da svariate controriforme, così come il sistema previdenziale è stato “aggiornato” per permettere ai “vecchi” di rimanere a lavorare più a lungo e a non permettere l’ingresso dei giovani sul mercato del lavoro, inventando anche un’inesistente guerra generazionale per dividere ancora di più i lavoratori stabili dai precari e dai disoccupati.
Quindi in Italia è stato avviato da molti anni un processo legislativo che renda il paese perfettamente in armonia con i dettami del TTIP e degli altri trattati cui ha aderito, in modo che quando il TTIP sarà ratificato e reso operativo, questa vera e propria deregolamentazione, che in Italia viene eufemisticamente chiamata semplificazione e ritenuta così importante, tanto da dedicarle addirittura un ministero, il nostro sistema legislativo sarà perfettamente in grado di recepire ciò che l’accordo transatlantico stabilisce.
Un tipico esempio di questa politica aggressiva è dimostrato dai fatti accaduti in questi ultimi giorni in Ucraina. In quel paese, sta avvenendo lo scontro tra due fazioni, chiamiamole così, del capitalismo internazionale, una legata all’asse USA-UE e l’altra che fa capo agli interessi del neo-capitalismo rampante russo. Il risultato è che le due fazioni hanno strumentalizzato il popolo ucraino e lo hanno trascinato in piazza trattandolo come massa di manovra e carne da macello in scontri sanguinosi che hanno causato decine forse centinaia di vittime sacrificate sull’altare degli interessi del profitto.
Giochi di morte che molti hanno capito - non la maggioranza del popolo ucraino - in quanto ai temi economici sono stati artatamente sovrapposti i contrasti nazionalistici tra Ucraini e Russi con l’inserimento nella protesta di gruppi xenofobi e fascisti, nell’ottica del dividi et impera, tecnica vecchia come il cucco ma sempre molto efficace.
E questo aggiustamento lo sta portando avanti il governo di Matteo Renzi - che qualcuno ha salutato come il nuovo che avanza - mentre in realtà sta completando il quadro per un nuovo riposizionamento dell’Italia verso una maggiore permeabilità alle future regole che presto ci verranno imposte.
In realtà non c’è niente di nuovo all’orizzonte, soprattutto in chi persegue la politica di sempre, mascherandola sotto una montagna di parole vuote che hanno l’unico scopo di ingannare, di confondere, di deviare l’attenzione su una pulce per non vedere, e sentire, quella trave che purtroppo non è nell’occhio, ma posizionata più in basso...
Febbraio 2014.
Areaglobale
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