martedì 1 luglio 2014
[areaglobale] TISA: l'ennesima fregatura globale per i lavoratori
Alcuni mesi fa abbiamo affrontato
il tema del TTIP, ovvero del trattato tra Unione Europea e Stati Uniti per la
creazione di una zona di libero scambio tra le due sponde dell'Atlantico.
Lo spirito di quel trattato è
basato sulla cosiddetta armonizzazione di leggi e regolamenti tra USA e
UE, ossia l'allentamento delle misure sulle transazioni estere (assai
restrittive negli Stati Uniti) e contemporaneamente l'abbassamento del livello
delle tutele dei lavoratori, molto più alte in Europa che negli USA. Il tutto
allo scopo di permettere la massima libertà di circolazione delle merci e,
soprattutto, dei capitali.
Oggi lo stesso schema si sta
ripetendo per un altro trattato, il TISA (Trade in Services Agreement, ossia un
accordo per la liberalizzazione del commercio dei servizi: bancari,
assicurativi, trattamento dei dati, logistica, ma anche istruzione, sanità, ecc.).
Anche il TISA, analogamente al TTIP, viene negoziato a porte chiuse, ma il velo
di segretezza che lo circonda è ancora maggiore, tanto che ne è vietata la
diffusione con tutti i mezzi e la sua esistenza non deve essere rivelata per
almeno cinque anni dopo la sua firma.
Tanta premura di riservatezza è
perché i servizi sono il cuore dell'economia moderna e solo per gli Stati Uniti
equivalgono al 75% del PIL generando l'80% dei posti di lavoro nel settore
privato. Cifre da capogiro che, naturalmente, risvegliano ulteriori appetiti,
ma per fortuna ci ha pensato Wikileaks a rivelarlo al mondo.
Cosa prevede il TISA? Secondo
Wikileaks è ancora impossibile dirlo con certezza, perché ancora non si conosce
il testo completo, certo è che cerca di impedire che i singoli governi possano
rafforzare le regole del sistema finanziario. Insomma, un accordo che, come il
TTIP e chissà quanti altri che non conosciamo ancora, tenta di imporre ulteriore
deregolamentazione, questa volta al comparto dei servizi. Nel mirino del TISA
pare ci sia soprattutto il trattamento dei dati delle transazioni finanziarie.
Ciò significa la possibilità di utilizzare legalmente
tutti quei dati personali di cui la NSA si impossessava illegalmente prima.
Ora conosciamo questi elementi e
se analizziamo con attenzione ciò che sta avvenendo in tutti i paesi
dell'Unione Europea, e in particolare in Italia, ci rendiamo conto che la
forsennata corsa alle controriforme (che loro chiamano invece riforme)
specialmente nell'ambito del mercato del lavoro, rientrano perfettamente nello
schema del TISA come del TTIP perché trattati di questo genere necessitano, per
la loro piena applicazione, della massima libertà di manovra in un ambiente in
cui esistano meno regole possibili.
Per questo qui in Italia non si
sente parlare altro che di razionalizzazioni e di semplificazioni
da realizzare (in Italia abbiamo perfino un Ministero ad hoc), quasi che
le leggi fossero tante e tali da paralizzare ogni forma di attività economica e
ci sia l'esigenza non di eliminare sprechi e sovrapposizioni, quanto piuttosto
i diritti dei lavoratori.
Tassello dopo tassello ecco che
il mosaico si compone ed il Jobs Act trova una sua ragion d'essere con la
devastazione che ha portato prima ai contratti di apprendistato e a tempo
determinato, poi a quelli a tempo indeterminato con il contratto di inserimento
a due fasi.
Si sta dispiegando un'operazione
che, assieme all'ultima trovata dei famosi 80 euro, ha fatto capire una volta
in più che la funzione dei sindacati è finita, che non servono più, perché in tanti
anni mai erano riusciti, in una trattativa nazionale, a spuntare aumenti salariali
simili in un solo colpo.
Eppure le OO.SS. sono
compiacenti, perfettamente allineate ai padroni e alle misure che i vari
governi succedutisi fino ad oggi hanno preso.
In questo contesto non vanno
dimenticate le parole pronunciate dal presidente di Confindustria Squinzi all'ultima
assemblea della sua associazione quando ha elogiato il TTIP come opportunità
per creare nuovi posti di lavoro. Questa è la linea del capitalismo italiano,
così come di quello internazionale, una linea fatta di trattative segrete e di
spinte e pressioni fortissime sui governi nazionali affinché attuino
velocemente quelle controriforme che sono ritenute necessarie per uscire
dalla crisi, per riprendere a fare profitti sulla pelle dei lavoratori.
Areaglobale
Ne pas se raconter des histoires
Movimento Politico
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